A chi si occupa di alimentazione, il termine biodiversità fa pensare spontaneamente all’immensa varietà di alimenti, soprattutto ortaggi, legumi, cereali e frutti di cui fortunatamente godiamo nel nostro paese. Ma, una riflessione più profonda, alla luce delle recenti scoperte sull’ecosistema che popola il nostro intestino supportando e coadiuvandone molte delle sue funzione fisiologiche, conduce a molti risvolti interessanti. Intrecciando l’indicazione, nota a tutti, riguardo la necessità di una dieta più che mai variata e la consapevolezza che tale varietà si rifletta in un maggiore equilibro del microbiota intestinale, si configurano due sistemi biodiversi strettamente connessi, seppure così fisicamente lontani: uno nei campi che producono cibo, l’altro all’interno del nostro intestino. Le nuove tecnologie di cui la ricerca scientifica si avvale hanno prodotto dati molto interessanti relativi ai ceppi batterici qualitativamente e quantitativamente diversi che popolano il nostro intestino: sappiamo, ad esempio, che dalla loro salute e dal loro equilibrio dipendono le nostre risposte immunitarie, gli assorbimenti alimentari, l’equilibrio fame-sazietà e persino l’umore. È nota l’influenza che il microbiota intestinale ha sulla regolazione del peso corporeo, sull’insorgenza e sull’andamento di alcune patologie metaboliche, autoimmuni e tumorali. D’altra parte, la ricchezza e la varietà in nutrienti e non nutrienti (fibra) di un frutto e di un ortaggio garantiscono gli equilibri e il corretto funzionamento di questo importante organismo nell’organismo.
Il pensiero del suolo e dell’intestino, dei numerosissimi, minuscoli eroi invisibili che vivono sotto i nostri piedi e in una parte dell’organismo considerata poco nobile, induce un’ulteriore riflessione: ciò che non vediamo spesso è fondamentale alla nostra sopravvivenza e alla nostra salute. Per questo è importante averne consapevolezza e prendersene cura.
Scritto per Dimensione Agricoltura di giugno 2017