Un caso di obesità e Artrite Psoriasica.
Come già accennato in un articolo precedente, l’alimentazione svolge un ruolo fondamentale nel trattamento delle patologie autoimmuni. Queste patologie sono caratterizzate dall’aggressione dell’organismo da parte del proprio sistema immunitario. Esso, quindi, invece di tollerare i tessuti e gli organi del corpo, li attacca come se fossero estranei e tende a limitarne la funzionalità, fino a renderli completamente inattivi. Si tratta di patologie croniche, su base infiammatoria, più e meno gravi, spesso con andamento altalenante e recidivante. Ne ricordiamo alcune: artrite reumatoide, morbo di Chron, colite ulcerosa, sclerosi multipla, diabete tipo 1, sclerodermia.
L’Artrite Psoriasica (AP) è una malattia reumatica infiammatoria cronica associata a psoriasi. In oltre il 75% dei casi l’insorgenza della psoriasi precede quella dell’artrite. In un paziente con psoriasi il rischio di sviluppare AP è maggiore se ha familiarità per questa malattia, se la psoriasi è estesa e localizzata anche alle unghie o se è presente un particolare antigene (B27 o B7) nel suo sistema HLA (Human Leukocyte Antigens, cioè sistema dell’antigene leucocitario umano, ovvero sistema maggiore di istocompatibilità).
Qual è il ruolo dell’alimentazione nel trattamento di questa malattia? La dieta mediterranea con la sua ricchezza in cereali integrali, ortaggi e frutta stagionali, legumi e la sua povertà in carni fresche e conservate, e l’attività fisica, moderata ma quotidiana, hanno sicuramente un’influenza molto positiva sullo stato infiammatorio dei pazienti affetti da AP. La cospicua presenza di sostanze nutraceutiche ad alto potere antiossidante e antinfiammatorio è in grado di ridurre il dolore, la rigidità articolare e l’attività della malattia. E’ stato visto che la dieta vegetariana, priva o basso tenore di glutine, ha anch’essa un effetto positivo su questa categoria di pazienti. E che un’integrazione accurata e personalizzata ne amplifica ancora di più i benefici. Un fattore molto importante è il controllo del peso corporeo: la perdita dei chili in eccesso garantisce un netto miglioramento della sintomatologia dolorosa e permette una maggiore mobilità ed elasticità. Molto importante evitare il “fai da te” ed affidarsi a chi è in grado di personalizzare il piano alimentare e di fornire strumenti corretti per una autogestione a lungo termine. E’ bene ricordare, infatti, che ogni individuo, che sia ammalato o in perfetta salute, è un organismo a sé, con caratteristiche e peculiarità del tutto originali e personali che la complessità che lo contraddistingue merita attenzione, competenza e rispetto (vedi Si fa presto a dire dieta!).
Il caso.
Con piacere condivido con chi ha avuto la pazienza di leggere fino a qui i risultati ottenuti in una mia paziente di 42 anni, ammalata di AP (giunta alla mia attenzione dopo diagnosi dello specialista) che, oltre a intraprendere una regolare e moderata attività fisica (camminate all’aperto per circa 40-60 minuti al giorno), ha adottato una dieta pesco-vegetariana priva di glutine e caseina. Inoltre, è stata integrata con vitamina D (come da prescrizione medica) e con prebiotici e probiotici adeguati al mantenimento della salute del microbiota intestinale. Da un Indice di Massa Corporea (IMC) iniziale di 35,3 (obesità di classe 2) a giugno di quest’anno, la signora è giunta ad ottobre al valore di 30,1 (Fig.1), perdendo, fino a questo momento, 13,7 Kg (Fig.2). La perdita continua ma molto graduale di peso le ha permesso di migliorare e allungare le sue camminate quotidiane con un beneficio sia per il corpo che per l’umore. I sintomi, sia articolari che dermatologici, si sono attenuati molto, migliorando la qualità del sonno e della vita in generale. La strada da fare è ancora parecchia, ma il netto miglioramento della sintomatologia infonde coraggio e fiducia nel percorso che, comprendendo adeguamenti continui del piano alimentare a seconda delle esigenze e delle preferenze della signora, viene ben tollerato ed accolto.
(Immagini dell’autrice)
Per approfondire
1) http://www.reumatologia.it/linee-guida-sir.asp
2)http://www.regione.toscana.it/documents/10180/320308/Reumatologia.+Linee+guida/4903da2e-345a-4479-ab93-5c2a0e31385e?
3) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27994480
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