In questi giorni, leggendo la notizia della carne equina nella pasta ripiena Buitoni, abbiamo toccato con mano, come se ce ne fosse ancora bisogno, il rischio a cui ci sottoponiamo ogni volta che scegliamo, acquistiamo e consumiamo prodotti alimentari industriali. Abbiamo avuto un’ulteriore conferma di quanto poco sappiamo su quel tipo di cibo , sulla sua produzione, sulla sua qualità e provenienza.
Eppure, a pensarci bene, ogni prodotto alimentare che ingurgitiamo, una volta digerito ed assorbito, diventa “noi”, carne, sangue, ossa, ecc.
Eppure, a pensarci bene, prima di acquistare un telefono cellulare o un televisore ci informiamo e facciamo i dovuti confronti, esprimiamo dubbi, ci poniamo domande…perchè vogliamo spendere bene i nostri soldi.
E, allora, possibile non avere la stessa pretesa sulla scelta del cibo che, non solo costa, ma si trasforma in noi stessi e produce effetti più o meno salutari dentro di noi?
Se è vero che siamo ciò che mangiamo, il tempo e l’attenzione dedicati alla scelta del cibo dovrebbero essere prioritari rispetto ad altro e l’indignazione per notizie come quella della carne equina mescolata a quella di manzo dovrebbe indurci a riflettere.
La reazione generale, però, è più di delusione. Peccato, davvero, non potersi più fidare! Le lasagne pronte, i tortellini ripieni, i ravioli farciti… si prestavano bene in cucina a cene e pranzi veloci, i cui sapori accattivanti e fidelizzanti mettevano tutti d’accordo! Cos’altro dobbiamo aspettarci sulle pizze surgelate, sui sofficini al formaggio, sui bastoncini di pesce e sugli hamburger di prosciutto cotto? Non ci distruggeranno mica anche quelli! Cosa rimarrà da propinare a cena ai nostri figli dopo una faticosa giornata di lavoro?
Resterà il cibo, quello vero, per il quale sarà necessario tornare ad accendere i fornelli e, forse, speriamo, anche i neuroni!