Ricette facili a base di pesce

Pesce spada alla piastra.

Il pesce spada è un ottimo pesce che si presta a preparazioni semplici e veloci. L’unica cosa a cui fare attenzione è consumarlo non troppo spesso, a causa del mercurio presente, così come in tutti i pesci di grossa taglia. Per essere sicuri che si tratta di pesce fresco bisogna fare attenzione al colore della carne intorno alla spina centrale: deve essere di un rosso scuro. Inoltre le carni del pesce spada fresco hanno un aspetto rosa scuro e lucido.

Come si cucina? Niente di più semplice: si fa scaldare bene la piastra e vi si appoggiano le fette di pesce spada precedentemente lavate, asciugate e leggermente salate in superficie. Il trucco per non farlo asciugare e quindi evitare che diventi “stopposo” è quello di toglierlo dalla piastra appena cambia colore (le carni diventano biancastre una volta cotte).

Mentre il pesce spada cuoce si può preparare un sughino per condirlo: olio extra vergine d’oliva, battuto di prezzemolo e aglio, succo di limone, origano secco se piace e peperoncino a pezzetti.

Si può consumare insieme ad una insalata mista o a della verdura lessa (bietola, spinaci, rapini, ecc).

Questa ricetta può adattarsi anche al tonno fresco.

Pesce al cartoccio

Molti pesci si prestano a questa ricetta. Vediamo quali: sarago, parago, pagello, orata, spigola e tutti i pesci di questa stazza e con squame argentate e lucide.

Come si fa a capire se è fresco: le branchie devono apparire di colore rosso vivo, le squame argentate e brillanti, al tatto le carni devono essere sode e le squame non devono venir via facilmente.

Come si prepara? Si lavano i pesci sotto acqua corrente (se sono già eviscerati, controlliamo sempre che le branchie siano state asportate), si asciugano con la carta assorbente. Dentro la pancia di ognuno si mette una lievissima spolverata di sale, un rametto di prezzemolo, un rametto di rosmarino, uno spicchio d’aglio, un cucchiaio di vino bianco e mezzo limone strizzato. Si avvolgono i pesci nella stagnola o nella carta forno e si cuociono in forno a 180° per 30 minuti.

Il pesce al cartoccio può essere accompagnato da qualsiasi contorno di verdure crude o cotte e condito nel piatto, una volta sfilettato e diliscato, con succo di limone e olio extra vergine d’oliva.

Pesce all’isolana

Gli stessi pesci che utilizziamo per il cartoccio si prestano a questa ricetta con le verdure.

Prepariamo delle verdure a pezzetti: patate (a fettine sottili), cipolle, aglio, peperoni (quando di stagione), sedano, carote, ecc. Mettiamo tutta la verdura spezzettata direttamente in una teglia da forno. Aggiungiamo un po’ d’acqua, vino bianco e un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva. Rimescoliamo per bene e adagiamo nella teglia i pesci, precedentemente lavati, asciugati e salati. Con un cucchiaio ricopriamoli del misto di verdure e poniamo in forno a cuocere a 180° per 30 minuti circa, ricordandoci di rimescolare ogni tanto.

Questa pietanza non ha bisogno di un contorno.

Sogliole al vapore

Questa ricetta può essere eseguita anche con i naselli, con le platessa e con i filetti di merluzzo.

La sogliola è un pesce delicato, è importante quindi che sia freschissima. Lo si vede anche in questo caso dal colore delle branchie (rosso) e dalla pelle ruvida che deve risultare di difficile asportazione.

Una volta pulita la sogliola viene adagiata su un piatto, cosparsa di prezzemolo e sale (poco) e condita con succo di limone. Il piatto viene posto infine su una pentola in ebollizione e coperto con un coperchio da casseruola, che copra bene la lunghezza del pesce.

Una volta cotta (20 minuti circa) basterà togliere le lische laterali e sfilettare la sogliola sarà molto semplice. Può essere condito con olio extra vergine d’oliva e servito insieme a fagiolini lessi, pisellini verdi, spinaci o bietola, o un misto crudo di finocchi e sedano.

Insalata di polpo

Quando si compra il polpo bisogna fare attenzione soprattutto a due cose: alla dimensione (meglio due polpi piccoli che uno grande, i piccoli sono più teneri) e alla consistenza della carne, che deve essere soda con le ventose ben attaccate. Anche la superficie ci può dare indicazioni sulla freschezza: essa deve presentarsi molto viscida e mai asciutta.

Come si cucina? Il polpo può essere preparato anche il giorno prima in pentola a pressione. Laviamolo sotto l’acqua corrente e immergiamolo nell’acqua della pentola a pressione. Chiudiamo e lasciamo cuocere: da quanto la pentola comincia a sfiatare dalla valvola basteranno una ventina di minuti. Importante è lasciare raffreddare il polpo a pentola chiusa. Ecco perché è bene prepararlo il giorno prima.

In una terrina prepariamo un mix molto abbondante di verdura cruda e cotta (prediligendo sempre quella di stagione): finocchi, sedano, carote, pomodori, peperoni, ravanelli, piselli lessi, fagiolini lessi, ecc). aggiungiamo una manciata di pinoli, del succo di limone e, se lo gradiamo, del peperoncino rosso.

Una volta che il polpo si è raffreddato ripuliamolo dalla pelle scura, che si asporta facilmente insieme alle ventose facendo scorrere le dita lungo i tentacoli. Alla testa andrà asportato, oltre che la pelle, anche il rostro, con un coltello o delle forbici da cucina. Spezzettiamo a tocchetti tutto il polpo che, così ripulito, risulterà di un gradevole colore bianco-rosato, e mescoliamolo al mix di verdure.

Questa pietanza può essere considerata un piatto unico se unita a due-tre fette di pane integrale.

Bastoncini di merluzzo al forno

Questa ricetta semplicissima può essere fatta sia con filetti di merluzzo freschi che con quelli congelati.

Si tagliano a bastoncini i filetti e si impanano in una miscela preparata precedentemente con pangrattato e farina di mais (quella della polenta, per intenderci! Magari setacciata, per renderla più fine). Una volta salati appena ed impanati, si adagiano sul fondo di una teglia appena unta con olio extra vergine d’oliva e si lasciano cuocere in forno per 15-20 minuti a 180°.

Ti piacciono le ricette semplici e sane? Leggi la rubrica Ricette e non solo sul sito Bambino Naturale e Ricette e dintorni su GenitoriMagazine

Sono una donna e scrivo!

Premiazione- spettacolo del concorso letterario Autrice dell’Estate 2010, presentato e disturbato da Paola Pasqui, che dirigerà la premiazione, offrirà spunti comici, interagirà con le scrittrici”
Serata conclusiva e premiazione delle autrici venerdì 16 luglio 2010 alle 21,30, presso l’Ippodromo Caprilli a Livorno

Maggiori informazioni sono reperibili sul sito http://www.unlibroperlestate.it/.

AUTRICI DELL’ESTATE
I RACCONTI
AA. VV.
16 Luglio 2010

16 racconti, diversi i generi letterari e gli argomenti, ma tutti rigorosamente scritti da donne.
Sono stati selezionati fra quelli partecipanti alla II Edizione del Concorso Letterario Autrice dell’Estate (www.unlibroperlestate.it).
Scrittrici di ogni parte d’Italia ci regalano racconti divertenti, emozionanti, commoventi, imprevedibili, stressanti, rilassanti…

Maggiori informazioni su http://www.manidistrega.it/editore/autri
I RACCONTI
AA. VV.
16 Luglio 2010

16 racconti, diversi i generi letterari e gli argomenti, ma tutti rigorosamente scritti da donne.
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Maggiori informazioni su http://www.manidistrega.it

 
 

Nel volume troverete anche uno dei miei racconti!

Sovrappeso e obesità infantile: quando iniziare la prevenzione

È frustrante registrare dagli organi di informazione e dai comunicati del Ministero della Salute che i bambini Italiani sono i più “grassottelli” d’Europa. Soprattutto alla luce del fatto che l’Italia è la culla della dieta mediterranea, il Paese che vanta la migliore tradizione alimentare, la terra in cui si produce il migliore olio extra vergine d’oliva del mondo. I dati sono gravi e scoraggianti: più di 1.115.000 bambini in Italia sono in sovrappeso e obesi, l’11% dei bambini non fa colazione, il 28% la fa in maniera non adeguata, l’82% fa uno spuntino troppo abbondante a metà mattina e il 23% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura. E ancora, solo 1 bambino su 10 fa attività fisica in modo adeguato per la sua età (almeno 1 ora al giorno), 1 bambino su 4 guarda la televisione per 4 ore o più al giorno, 1 bambino su 2 ha la televisione in camera.

Alla luce di dati così negativi e preoccupanti è assolutamente necessario puntare sulla prevenzione. Ma qual è il momento per attuarla in modo adeguato ed efficace? Molti studi dimostrano il ruolo di “programming che ha la nutrizione della madre in attesa nei confronti del metabolismo del feto. L’ipotesi più suggestiva e scientificamente supportata è quella dello studioso J.D.P. Barker, secondo la quale le alterazioni nella nutrizione e nell’equilibrio endocrino durante l’epoca fetale determinerebbero un adattamento dello sviluppo che modificherebbe in maniera permanente la struttura, la fisiologia e il metabolismo dell’individuo, predisponendolo ad alterazioni cardiovascolari, metaboliche ed endocrine in età adulta. Il processo attraverso cui uno stimolo o un danno verificatosi in periodi critici dello sviluppo determinerebbe effetti a lungo termine viene definito, appunto,  programming.

Che dire poi del ruolo dell’alimentazione nei primissimi anni di vita? Tutti sappiamo quanto sia importante l’allattamento materno, sia in termini di prevenzione che di accrescimento. La letteratura scientifica ci supporta anche riguardo al significato e alle conseguenze dell’eccessivo consumo di proteine, assunte ad esempio con molti latti artificiali o durante uno svezzamento inadeguato e precoce, nei primi mesi di vita; inoltre, ricerche recenti dimostrano che l’eccessivo consumo proteico nei primi 24 mesi di vita è legato alla tendenza al sovrappeso corporeo nella seconda infanzia, nell’adolescenza e nell’età adulta. Le basi biologiche del fenomeno sono a tutt’oggi oggetto di studio, ma tutti gli studiosi sono d’accordo nell’affermare che una sana alimentazione in gravidanza e allattamento sia la chiave per attuare una primissima importante prevenzione nei confronti del sovrappeso infantile. Di fondamentale importanza, quindi, informare le madri in attesa e in allattamento su come alimentare se stesse e il loro piccoli, rendendole “consumatrici alimentari” consapevoli e guidandole lungo il difficile ma quanto mai straordinario percorso della maternità.

Vedi evento correlato

Piccoli atleti crescono

Mercoledì 3 marzo 2010 – ore 21.00ATLETICA VIRTUS CR LUCCApresenta l’incontro pubblico  

presso i locali del Campo Scuola  “M. Martini”

Via delle Tagliate, Lucca 


– Principi di una corretta alimentazione nella pratica sportiva del bambino e dell’adolescente..
   
segnalare la propria partecipazione:
 con sms al 328.4624520
oppure alla pagina dei contatti

Interviene

Dott.ssa Giusi D’Urso

Biologa Nutrizionista ed Educatrice Alimentare
Coautrice di “Mangiando in allegria. Mangiare sano e inquinare meno, proviamo?” Felici Editore (Pisa) e autrice di Spunti di nutrizione ed altro (ottobre 2009,  Manidistrega Editrice, Livorno).

giusi.durso@libero.it
 

 

Bambini, sport e alimentazione

Tutti i bambini e gli adolescenti dovrebbero essere educati ed incoraggiati a svolgere attività fisica. Lo sport deve essere considerato necessario per migliorare lo stato di salute e sviluppare nei bambini  capacità comunicative e di interazione sociale, migliorando l’autostima e l’autocontrollo.
Il fabbisogno nutrizionale dei piccoli che praticano sport prevede un supplemento energetico da assumere attraverso la normale alimentazione raccomandata in base all’età, al peso, al sesso ed al tipo di sport praticato. Per il bambino che pratica attività fisica quotidianamente o quasi, sia in modo programmato che come gioco all’aperto, valgono le raccomandazioni nutrizionali per la popolazione sana. Di seguito, alcune regole fondamentali: attuare una corretta ripartizione dei pasti (cinque pasti al giorno), che comprendano sempre una buona colazione, uno spuntino, un pranzo completo o un piatto unico, una merenda e una cena leggera ed equilibrata; moderare l’eccessivo consumo di alimenti ad alto contenuto di grassi e zuccheri semplici (formaggi, insaccati, dolciumi, merendini); praticare una dieta variata, non abusare di bevande dolci che, oltre a non dissetare affatto, aumentano l’introito di zuccheri semplici; consumare alimenti poco raffinati, ricchi di fibra e poveri di edulcoranti e additivi in genere; bere a piccoli sorsi e spesso, durante e dopo l’attività sportiva, per integrare la perdita di liquidi attraverso il sudore.
Ma qual è la fonte adeguata di energia per i piccoli atleti?
Che i carboidrati forniscano energia è ormai cosa nota. Ma la cosa che non tutti sanno è che si tratta di energia pulita: infatti dalla combustione (nel senso metabolico del termine) di glucosio si formano, oltre all’energia, acqua ed anidride carbonica. Niente di più pulito, per l’organismo umano! Anche i grassi e le proteine possono fornire energia, ma i loro prodotti di combustione sono meno innocui, lasciando nel sangue molte scorie e impegnando a lungo e profondamente il fegato e i reni. I carboidrati forniscono almeno il 50% dell’energia necessaria a noi tutti quotidianamente. Ma, attenzione, non tutti carboidrati sono uguali. Essi si distinguono infatti in semplici e complessi. I primi producono un repentino innalzamento di glucosio nel sangue, mentre i secondi provocano un picco glicemico più attenuato e forniscono energia per un tempo più prolungato.
Innalzare repentinamente il livello di glucosio nel sangue non è mai una cosa positiva, poiché costringe l’organismo ad un super lavoro per abbassarlo. Ad ogni picco glicemico corrisponde successivamente un brusco abbassamento che, in termini di sintomi macroscopici, crea uno stato di ipoglicemia, cui segue sonnolenza, spossatezza ed immediata necessità di mangiare di nuovo. Per questo è preferibile consumare carboidrati complessi ed accompagnare sempre gli zuccheri con una buona quota di fibra, che rende meno improvvisi e meno intensi i picchi glicemici, quindi meno acuti i sintomi precedentemente accennati.
Che dire delle proteine? Sono sicuramente necessarie al piccolo sportivo per strutturare, sviluppare e mantenere la massa muscolare, ma attenzione a non esagerare, soprattutto con quelle di origine animale, che acidificano il sangue e costringono le ossa a tamponarne l’acidità, liberando bicarbonato di calcio e impoverendo così il tessuto osseo di questo ione prezioso. Ricordiamoci, infatti, che anche molti vegetali, in particolare i legumi associati ai cereali, contengono proteine di buona qualità. E’ sufficiente dunque variare le fonti proteiche (latte e latticini, carne, pesce, uova, legumi) e non superare i tre pasti carnei a settimana, per assumere la giusta quantità e qualità di proteine.
E i grassi? Da non demonizzare, vanno consumati con moderazione e scegliendo quelli giusti (leggi l’articolo sugli oli tropicali). Essi rappresentano una fonte di energia, un importante materiale di riserva e un nutriente strutturale; ma attenzione a quelli saturi, soprattutto quelli “nascosti”, contenuti in merendine e altri cibi preconfezionati.
Che posto dare, infine, all’integrazione? Se ci si nutre in modo vario ed equilibrato il ricorso agli integratori è superfluo. E’ bene sempre ricordare che non esistono cibi magici che migliorino le prestazioni sportive: quel ch’è certo, invece, è che nessun cibo e nessun integratore possono sostituire l’allenamento!

Evento correlato: http://sites.google.com/site/seminarioatleticavirtus/

La verità sulle diete

Giovedì 18 febbraio 2010

dalle 17,00 alle 19,00

 Presso ambulatorio medico Il Parlascio, Pisa

INCONTRO GRATUITO    dal titolo

LA VERITA’ SULLE DIETE

Sono davvero necessarie per tornare in forma?

 

Risponderà alle vostre domande

 

Dott.ssa Giuseppina D’Urso

Nutrizionista ed Educatrice Alimentare

 

Numero massimo partecipanti: 10

Per problemi di spazio è gradita la prenotazione telefonica.

Tel. 347 0912780

Gli oli tropicali? Uno scherzo della natura

Nella nostra società la disponibilità di cibo e la sedentarietà
hanno incrementato drammaticamente la prevalenza di obesità, soprattutto in età evolutiva. Dall’altra parte, i modelli di snellezza estrema che lusingano e angosciano gli adolescenti hanno finito col demonizzare tutti i grassi ed etichettarli come pericolosi, nonostante tali macronutrienti risultino invece indispensabili per il nostro organismo, purchè assunti secondo appropriati criteri qualitativi e quantitativi. La demonizzazione relativa ad alimenti con i quali l’uomo si nutre da millenni (burro, formaggio, uova) riduce inoltre il valore delle tradizioni e delle culture territoriali, che andrebbe invece difeso quale pilastro del modello alimentare mediterraneo.
Ci sorge spontaneo il dubbio di quali siano allora i grassi buoni e quelli  cattivi. Sul banco degli imputati, accanto ai grassi trans, vi è una categoria di grassi spacciata spesso per “sana” ed innocua: gli oli tropicali di cocco, palma e palmisti. Questi oli di origine vegetale rappresentano un vero e proprio scherzo della natura. Infatti, a differenza degli altri oli vegetali (extravergine di oliva e di semi), ricchi di grassi monoinsaturi e polinsaturi, quelli tropicali contengono elevate quantità di grassi saturi (come quelli di origine animale), che hanno effetto negativo sul colesterolo e sulla formazione di placche aterosclerotiche (acidi grassi laurico, miristico e palmitico). Se
confrontassimo la percentuale di grassi saturi presente nei vari oli tropicali rispetto a quella presente nel burro toglieremmo a quest’ultimo il primato negativo che oggi spesso gli viene attribuito. Infatti abbiamo il 91% di grassi saturi nell’olio di cocco, l’83% in quello di palma e l’80% in quello di palmisti; mentre il burro ne contiene solo il 65%, oltre ad offrire un buon contenuto di calcio e vitamine. Ma a cosa servono, allora, gli oli tropicali? Essi garantiscono resistenza, friabilità e palatabilità alle elevate temperature della frittura, anche dopo una settimana di utilizzo intensivo e, cosa fondamentale, sono molto economici. Queste le prerogative che oggi rendono gli oli tropicali “ottimi”, dal punto di vista commerciale, per la
produzione di prodotti da forno, patatine fritte confezionate e per la realizzazione di miscele di oli vegetali e grassi animali variamente trattati, che rendono i prodotti più friabili e gustosi. Essendo questi oli di innegabile origine vegetale, essi vengono indicati in etichetta come oli vegetali , “tranquillizzando” così il consumatore. Una corretta educazione alimentare renderebbe il consumatore consapevole del loro elevato contenuto in grassi saturi, evitando quindi di preferirli al latte intero, al burro, alle uova e ai nostri tradizionali formaggi. Da non sottovalutare inoltre il problema del danno ambientale provocato alle foreste tropicali dalla coltivazione intensiva di intere zone deforestate, che, una volta utilizzate, vengono abbandonate poiché rese poco fertili dalle stesse modalità di coltivazione e dall’uso massiccio di pesticidi. Nonostante questo scempio sia sotto gli occhi di tutti e malgrado la mole di evidenze scientifiche sull’uso di questi oli dannosissimi spacciati per innocui oli vegetali, i dati relativi all’esportazione di tali prodotti sono davvero inquietanti: per il solo olio di palma si è passati infatti da 126.000 tonnellate nel 1985 a 12.000.000 di tonnellate nel 2007. Insomma, una quantità da capogiro di grassi saturi destinati ad insaporire cornetti, gelati, crackers, fette biscottate, merendine che ogni giorno arrivano sulle nostre tavole e, quel ch’è peggio, negli zaini dei nostri figli!

 

 

 

 

 

Citato in http://www.prezzinvista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1574

Il cioccolato fondente: una fonte preziosa di antiossidanti.

Theobroma cacao

Theobroma cacao, ovvero “cibo degli dei”: questo il nome scientifico del cacao, la cui storia inizia probabilmente in Messico, dove il clima tropicale ne favorisce da sempre la coltivazione. Dai Maya ai giorni nostri il cacao è stato utilizzato come bevanda e spezia amara, subendo nei secoli numerosi incroci, selezioni geniche e sofisticate lavorazioni. Oggi la tecnologia con cui esso viene manipolato, dando origine a svariate tipologia di cioccolato, è assai progredita e tiene conto anche dell’esigenza di coniugare gusto, tradizioni e attenzione alla sana alimentazione. Obiettivo principale  delle industrie cioccolatiere, quindi,  è quello di produrre prodotti non solo palatabili e ricercati, ma anche salutari, cioè di comprovata attività biologica, in quantità consone ad uno stile di vita sano.

Pur essendo un alimento ipercalorico, cioè ad alta densità energetica (540-560 kcal/100 g di prodotto), il cioccolato, e in particolare quello nero ed amaro (noto come cioccolato fondente), ha eccellenti proprietà nutrizionali che lo rendono adeguato a far parte di un regime alimentare sano ed equilibrato. Fra le qualità del cioccolato fondente ricordiamo

  • il bassissimo contenuto in colesterolo e le elevate quantità di steroli vegetali, utili ad abbattere l’assorbimento del colesterolo alimentare (esogeno), mediante un’azione antagonistica nei confronti di quest’ultimo;
  • un buon contenuto di sali minerali, quali calcio, magnesio e ferro;
  • la presenza di sostanze ad azione psicoattiva con effetti euforizzanti e positivi sull’umore e sulla memoria, stimolanti le percezioni sensoriali e riducenti il senso di fatica.

Ma la caratteristica nutrizionale che ormai da tempo fa del cioccolato oggetto di studio da parte di medici e nutrizionisti è il suo alto contenuto di polifenoli antiossidanti (flavonoidi e tannini) di grande importanza biologica, in quanto dotati di proprietà intermedie tra quelle nutrizionali e quelle preventive/curative (sostanze nutraceutiche) e in quanto composti di comprovata efficacia nel limitare il rischio di stress ossidativo. Vediamoli più da vicino.

 I polifenoli vengono prodotti dal metabolismo vegetale per svolgere vari ruoli: di difesa contro gli animali erbivori (conferiscono sapore amaro) e contro i funghi patogeni (fitoalessine, antifungini naturali), di supporto meccanico (lignine) e di protezione contro l’aggressione microbica (antocianine).Dal punto di vista chimico, i polifenoli sono molecole composte da più molecole di fenolo condensate (il fenolo è un composto organico che possiede uno o più gruppi ossidrilici – OH – legati ad un anello aromatico).  Perché i polifenoli fanno bene alla salute? Essi sono le molecole antiossidanti più rappresentate nel regno vegetale, abbondando nella frutta (e in alcuni suoi prodotti, come ad esempio il vino), nella verdura fresca, nel tè e, appunto, nel cacao. Proteggono le cellule dai danni causati dai  radicali liberi, che si sviluppano con il normale metabolismo cellulare e a causa dell’invecchiamento fisiologico dei tessuti; ma anche in seguito ad eventi stressogeni, come radiazioni, fumo, agenti inquinanti, raggi UV, stress emotivo e fisico, additivi chimici, attacchi virali e batterici. Uno studio recentissimo, pubblicato dal British Journal of Nutrition(1), indica il cioccolato fondente quali fonti molto ricche di polifenoli, probabilmente più del vino e del tè verde o nero. Il cioccolato fondente, dunque, possiede un alto valore antiossidante che, in studi sperimentali, modula favorevolmente l’insulino-resistenza(2), l’ipertensione arteriosa(3) e la disfunzione endoteliale (4), spesso associate all’obesità. In questo studio, sono stati valutati gli effetti del consumo di 20 g di cioccolato fondente (contenente 500 mg o 1000 mg di polifenoli), per 2 settimane, sulla glicemia(5), sulla colesterolemia(6) e sulla pressione arteriosa, nonché le correlazioni tra questi parametri e la produzione di glucocorticoidi(7), in 40 soggetti sovrappeso o obesi. Il consumo di cioccolato contenente 500 mg di polifenoli ha prodotto una riduzione significativa, sia della glicemia a digiuno che della pressione arteriosa. L’assunzione di 1000 mg di polifenoli al giorno non ha comportato effetti diversi sugli stessi parametri. Lo studio conferma, dunque, i benefici del consumo regolare di dosi moderate di cioccolato fondente sul metabolismo del glucosio e nel controllo della pressione arteriosa in pazienti sovrappeso o obesi.  

  •  (1)Almoosawi S, Fyfe L, Ho C, Al-Dujaili E. Br J Nutr. 2009 Oct 13:1-9.
  • (2)Alterata capacità dell’ormone pancreatico insulina a sopprimere la produzione di glucosio da parte del fegato e a promuoverne il consumo da parte degli organi periferici.
  • (3)Aumento patologico della pressione sanguigna.
  • (4)Endoteliale: da endotelio, tessuto che riveste internamente la parete dei vasi sanguigni.
  • (5)Concentrazione di glucosio nel sangue.
  • (6)Concentrazione di colesterolo nel sangue.
  • (7)Ormoni steroidei, prodotti dalla corteccia surrenale; fra le loro molteplici azioni, ricordiamo la regolazione della quantità di glucosio nei depositi epatici e nel torrente ematico. 

Fonti bibliografiche

  •  ·        Nutrition Fundation of Italy (http://www.nutrition-foundation.it/index.php)
  •  ·        Chimica degli alimenti. Conservazione e trasformazione. P. Cappelli e Vanna Vannucchi. Zanichelli.
  •  ·        Biochimica degli alimenti e della nutrizione. Ivo Cozzani e Enrico Dainese. Piccin
  •  ·        Spunti di Nutrizione ed altro. Giusi D’Urso. Manidistrega Editrice.  

articolo citato su: http://www.prontoconsumatore.it/index.php?option=com_content&view=article&id=30489:cioccolato-fondente-ottima-fonte-di-antiossidanti&catid=13&Itemid=2