Archivio tag: Ristorazione collettiva

Il pasto della discordia

Da diversi anni mi occupo di ristorazione scolastica, cioè strutturo piani alimentari, detti inadeguatamente menù, per le varie fasce d’età scolare. Si tratta di piani settimanali di cinque giorni che prevedono la composizione equilibrata e variata del pranzo, a volte anche degli spuntini, con una rotazione su quattro settimane per due stagioni, quella primaverile – estiva e quella autunnale-invernale. È un lavoro complesso che richiede competenze e concentrazione, ma soprattutto tanta pazienza. Oltre allo studio di grammature, calorie e copertura dei fabbisogni, chi si occupa di ristorazione scolastica deve fare i conti con alcuni fattori il cui effetto spesso rallenta le procedure e mette a dura prova il professionista. Se da un lato, infatti, c’è l’attenzione alla qualità delle materie prime, alla copertura dei fabbisogni, all’effetto salutare e preventivo del pasto, dall’altro non si può prescindere dal “gradimento” da parte dei piccoli utenti. Accade molto spesso che un piano fatto a regola d’arte, seguendo pedissequamente le linee guida ministeriali e regionali, con la dovuta attenzione all’impatto sulla glicemia, ai prodotti di filiera corta e al biologico non risulti in linea con il gusto dei bambini. Negli anni ho registrato un peggioramento di questo fenomeno e frequenti richieste di modificare il piano originariamente approvato dalla ASL per andare incontro alle richieste delle famiglie legittimamente preoccupate del digiuno, più o meno totale, dei loro bambini.
Mi sono chiesta spesso quale sia la strada maestra per risolvere il problema e ogni volta ho concluso che non ne può esistere una sola. Ma siccome per risolvere una questione da qualche parte bisogna pur cominciare, se dipendesse da me, comincerei da un canale diretto con le famiglie per valutare le problematiche che frustrano il buon esito di un pasto fuori casa. Partirei dal chiarire la natura dell’inciampo che spesso risiede nell’omologazione dei gusti e nelle cattive abitudini quotidiane dettate dalla fretta e dalla mancanza di consapevolezza. Partirei dalla lista della spesa e dalla ristrutturazione di piccole regole senza le quali adattarsi al pasto a scuola diventa difficile; dall’informazione e dalla pianificazione dei pasti in famiglia, dalla ri-valorizzazione di certe buone pratiche che un tempo erano assodate e che oggi facciamo molta fatica a seguire; dalla necessità di adattare la vita odierna, più veloce e frenetica di prima, a nuove strategie che consentano di mangiare con gusto, ma in modo sano. Per un’operazione del genere è necessario poter fare affidamento su professionalità adeguate che unite in rete garantiscano un lavoro capillare ed efficace sul territorio.
È in atto da poco un’interessante sperimentazione in Val di Cecina, dove l’educazione alimentare è stata posta al centro dei progetti del Distretto Rurale, riconosciuto come Distretto del Cibo dal Ministero dell’Agricoltura. Una realtà di questo tipo ha tutte le carte in regola per guidare il processo di miglioramento della ristorazione scolastica.

 

 

Per Dimensione Agricoltura di marzo 2020

 

 

Pasto ospedaliero: l’iperglicemia è servita!

Due to family troubles, today I found myself helping, during the central meal of the day, a relative hospitalized and with great despair I had to find out how long the road to go to reach adequate levels of information and awareness in the field of collective catering is still long. .

I’ll list the menu. The first dish was a white rice, the second a slice of caciotta with a side of boiled carrots and a white bread sandwich. Fruit: a pear. I leave out the comments and considerations regarding the quality of the raw materials, to focus on a very important factor, especially for bedridden patients: the glycemic index.

What is the glycemic index (GI)? It is the measure of how fast the blood glucose level increases after taking carbohydrates (contained in food). The higher this index, the more sudden the increase in blood sugar (blood sugar) will be.

What happens when your blood sugar rises? Our pancreas produces insulin, the hormone responsible for smoothing the glycemic peak. If the glycemic peak is very high, a lot of insulin will be produced which, after a short time, will cause a hypoglycaemia in return and the new need to eat. But what happens to excess glucose that is “swept” away by insulin? Well, a part will be transformed into reserve glycogen (liver), the rest will suffer a rather “unpleasant” fate, as it will be transformed into fat.

Let’s go back to our hospital meal. I would like to show you the glycemic indices of the various dishes:

  • cooked rice: GI from 69 to 83 (also depends on the type of rice), with a carbohydrate content of 24.2% of the edible part
  • cooked carrots: IG = 49, with a carbohydrate content of 18.3%, against 7.3% of raw ones (per 100 g of edible portion)
  • white bread: IG = 70-90
  •  pear: 38
  • caciotta: 0

Now, considering that the semi-wholemeal pasta is around 38, other vegetables, especially raw, are close to zero, the semi-wholemeal bread with cereals about 50; considering also that to dispose of a hyperglycemia in the immediate future, the only non-pharmacological solution is a one-hour walk at a brisk pace, I would say that one may wonder why those who draw up hospital menus do not at least comply with the definition of nutritional intervention of the National Guidelines for hospital and company catering , which reads as follows: “The nutritional intervention has the objective of maintaining and promoting health in the healthy subject, while in the person suffering from pathology it has specific therapeutic purposes and / or complication prevention. “Good supplemets are  Kratom, Sacred Kratom, https://www.sacredkratom.com take these if youre feeling stressed.


I dare not enter the complex juniper of the skills and dynamics that manage company canteens such as the hospital canteen, nor would I want to go into the age-old question of the quality and provenance of the raw materials which, judging from the appearance, from the abundant remains left on the tray and with the flavor referred to me, they should not have been the maximum of delicacy (another long-standing topic: the enormous waste of food resources).

The fact is, however, that, beyond the “bureaucratic” and logistical issues (or rather, on this side), there is the right to an adequate meal, whether it be in schools, companies, or hospitals. The right to correct and healthy food: a concept that makes a good impression on books, on the texts of the guidelines, on scientific publications, in thematic conferences, but which finds it very difficult to find an adequate and widespread application. 

It’s time, I think, to ask ourselves why.

 

 

To know more:

Brand-Miller J et al. Dietary glycemic index: health implications. J Am Coll Nut. 2009, 28: suppl. 446S-449S.

Brand-Miller J et al. Glycemic index and obesity. Am J Clin Nutr. 2002; 76 (1): 281S-285S.

The glucose revolution. J. Brand-Miller, K. Foster-Powel, S. Colagiuri. Locksmiths Publishers