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I nostri bimbi “oversize”! di Barbara Natalizio

E’ la famiglia, la brava famiglia italiana, la fabbrica del bimbo obeso. La linea di montaggio della “ciccia del pupo” si accende al mattino: poca colazione e tanta merendina in tasca per l’asilo e la scuola. Prosegue a pranzo, omettendo frutta e verdura.

Trionfa al pomeriggio e sera, somministrando televisione e tutti i giochini tecnologici, “playstation” in primis. Sono oltre 1 milione e centomila i bambini italiani tra i 6 e gli 11 anni con problemi di obesità e soprappeso: più di uno bambino su tre.

Tutti i Paesi occidentali registrano una crescita esponenziale del fenomeno dell’obesità e del sovrappeso nell’infanzia. Secondo l’”International Obesity Task Force” i piccoli in età scolare obesi o in sovrappeso nel mondo sono 155 milioni, ovvero uno su dieci.

Di questi, il 2-3% dei ragazzi in età compresa tra i 5 e i 17 anni è classificato “obeso” (circa 30-45 milioni). Nel vecchio continente il problema è sempre più diffuso: sono 400 mila i casi di bambini in sovrappeso registrati ogni anno; oltre 85 mila gli obesi.
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Articolo della biologa nutrizionista Barbara Natalizio

Alimentazione nell’infanzia – secondo incontro

Lunedì 11 marzo dalle 21,30 alle 23,30, alla Misericodia di Fornacette

Mangiando s’impara: l’importanza dell’educazione alimentare
Parleremo delle strategie da adottare in famiglia e a scuola, per guidare i bambini e gli adolescenti nelle loro scelte alimentari!

L’incontro è gratuito.

Vi aspetto numerosi!

 

L’amore e il cibo al tempo della pubblicità!

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La parola “amore”, usata non molto tempo fa per definire addirittura un partito politico (il partito dell’amore!), campeggia oggi su tutte le home di siti aziendali che hanno a che fare con l’alimentazione, ci avete fatto caso? Sì, perchè l’amore è una cosa che interessa tutti, colpisce, ferisce, gratifica, emoziona, commuove; insomma, proprio come il cibo, accomuna e arricchisce di sentimenti e suggestioni. Questo non sfugge a chi si occupa di marketing e chi fa del cibo il proprio strumento di guadagno. L’industria alimentare, quella farmaceutica e le aziende che producono integratori e pasti sostitutivi lo hanno capito molto tempo fa ed hanno affilato le loro armi, fatte di spot, slogan, e presenze illustri che prestano la loro scienza patinata da salotto a questo succulento mercato. Evidentemente, penso, la fetta di torta è davvero grande e conveniente… forse si tratta di una torta intera, con tanto di farcitura!!!
La parola “amore”, dunque, affiancata alle figure di professori illustri e da immagini scelte con sapienza, fanno di certe discutibili pratiche dietetiche (Tisanoreica, Naturhouse, Ducan, ecc.) tendenze trainanti e convincenti, fregandosene altamente della letteratura scientifica seria e accreditata, della biochimica e della fisiologia.
Ebbene, vorrei, come al solito, lanciare una provocazione. Le varie house che con “amore” si prendono cura del nostro corpo e della nostra mente, proponendoci improbabili prodotti e percorsi dietetici, basati più sulle leggi di mercato che sulle conoscenze scientifiche, non aprirebbero le loro saracinesche ogni mattina se non ci fosse il cliente pronto a lasciarsi abbindolare dalla pozione magica di turno. Così come sugli scaffali del supermercato non vedremmo fruttoli, saccocci e pangocciole vari, se le famiglie consumassero latte, yogurt, carne e pane di buona qualità. Allora, questo tanto sbandierato “amore” vogliamo, una volta per tutte, decidere a chi rivolgerlo? A noi stessi, alla nostra famiglia, alla nostra Terra o alle aziende che speculano e giocano sulle nostre corde emotive?

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